Dall’atletica all’ingegneria: intervista a Sabrina Passoni

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Sabrina Passoni, giovane atleta e laureanda in Ingegneria Edile presso l’Università degli Studi di Bergamo che ha da poco concluso un lungo periodo di tirocinio in Vanoncini.

L’aspirante ingegnere interessata alla tecnologia costruttiva a secco, non solo si dedica con passione allo studio, ma dall’età di otto anni affronta gare di atletica leggera a livello nazionale, uno sport che la porta a viaggiare in ogni parte d’Italia.

La sua specialità? Il mezzofondo, in pista, strada e campestre.

 

Sabrina, come hai conosciuto Vanoncini?

Ho sentito parlare di Vanoncini per la prima volta durante un seminario organizzato dal professor Maurizio Santini, insegnante del corso di “Tecniche di risparmio energetico degli edifici”. Qui ho conosciuto l’Ing. Mirko Berizzi, direttore tecnico dell’impresa e relatore dell’incontro incentrato sul confronto tra il sistema costruttivo tradizionale e la tecnologia a secco.

Quest’ultima mi ha piacevolmente affascinata e ho desiderato approfondirla. Il sistema avrebbe potuto aiutarmi a raggiungere il mio più grande sogno: curare la riqualificazione di impianti sportivi.

 

Da dove nasce questo tuo sogno?

Fin da piccola ho da sempre coltivato una grande passione per l’atletica, un interesse che condivido anche con la mia famiglia.

Nel corso degli anni ho avuto modo di vedere numerosi impianti sportivi, ma solo raramente ho gareggiato in campi in condizioni ottimali. Molti, infatti, sono malmessi e necessitano di opere di riqualificazione. Questa mia osservazione si è trasformata in una tesi di laurea, nonché nel mio sogno.

 

Qual è il titolo della tua tesi?

Ho scritto il mio elaborato con il supporto della prof.ssa Stephanie Fest-Santini e l’ho intitolato “Riqualificazione energetica ed ampliamento di un impianto sportivo di atletica leggera tramite materiali termoriflettenti - Studio applicativo del campo sportivo comunale CTL3 situato in Bernareggio (MB)”

Si tratta di uno studio applicato al campo sportivo comunale del paese in cui mi alleno.

 

Quando tempo sei stata con noi? E come ti sei trovata?

In Vanoncini ho trascorso complessivamente 6 mesi. Nelle prime settimane di esperienza ho raccolto informazioni sulla tecnologia a secco, mentre nei mesi successivi ho applicato le conoscenze acquisite alla mia tesi di laurea.

Ho apprezzato molto il rapporto che si è instaurato con i collaboratori dell’azienda: in Vanoncini il clima è sereno, e i tecnici dell’ufficio tecnico Ingg. Pietro Brambilla, Fabiana Satta e Giorgio Locatelli, in particolare, sono stati molto precisi e pazienti con me.

Per la stesura della mia tesi è stato essenziale poter accedere al loro bagaglio culturale e alle numerose esperienze affrontate nel corso degli anni dall’azienda.

 

C’è qualcosa dell’atletica che ti piace trasferire anche nel lavoro?

L’atletica è uno sport prevalentemente individuale nel quale è molto importante porsi degli obiettivi e dare tutto sé stessi per raggiungerli.

Allo stesso modo, anche nel lavoro, amo pormi dei traguardi e puntare a dare sempre il massimo.

Lavorando in Vanoncini però, ho compreso che questa aspirazione individuale può diventare compartecipativa: per vincere grandi sfide, infatti, può diventare necessario saper fare un ottimo gioco di squadra.

Proprio come nell’atletica ci sono diverse figure professionali (coach, nutrizionista, fisioterapista ecc), che lavorano insieme con l’obiettivo di far crescere lo sportivo, anche in Vanoncini ci sono persone che ogni giorno, in modo collaborativo, progettano, costruiscono o riqualificano edifici.

 

Chi vuoi ringraziare?

Devo ringraziare Mirko e tutti i collaboratori di Vanoncini per avermi supportato durante il mio percorso di tirocinio.

Grazie a loro la mia passione per i sistemi a secco si è alimentata ancora di più. Sono fortemente convinta che questa tecnologia sia una via per raggiungere un futuro sostenibile.

 

Mirko, come sono stati questi 6 mesi insieme a Sabrina?

Sono stati sei mesi piacevoli. Siamo contenti di aver supportato Sabrina per il raggiungimento del suo meritato traguardo, e al contempo le siamo grati perché ci ha dato un grande aiuto nel portare avanti progetti interni in corso.

Ringraziamo inoltre il prof. Santini e l’Università degli Studi di Bergamo per averci dato l’opportunità di collaborare condividendo la ns. tecnologia e il know-how acquisito sul campo.