La storia esemplare di Mario

mario petro

Commerciare fiori o materiale edile non è poi tanto diverso.
Perlomeno questa è l’opinione di Mario Petrò, collaboratore Vanoncini da oltre cinque anni. «Vendere è una professione che necessita di ingredienti universali. Quando proponi un prodotto di qualità, quando pensi che la soddisfazione del cliente sia una priorità assoluta e quando porti avanti il tuo lavoro con serietà, puoi presidiare con successo qualsiasi settore merceologico».

La storia che segue ha tanto a che vedere con la sfavorevole congiuntura economica made in Italy: nel 2012 chiude una storica azienda bergamasca che commercializza fiori all’ingrosso. Condividere il sapere Petrò è uno dei tanti lavoratori che rimane senza occupazione, ma ha un problema in più: da tempo combatte con una disfunzione cardiaca. Decide comunque di mandare il proprio curriculum a diverse aziende bergamasche, favorito dall’appartenenza a una categoria protetta. Tra le prime aziende a rispondergli è proprio la Vanoncini di Mapello.

«Quando sono stato chiamato per il primo colloquio ero emozionato - racconta Petrò -. Vanoncini è un nome conosciuto, e sinceramente ero un po’ intimorito. Una volta entrato in azienda, però, mi sono sentito subito a casa. Ho trovato un ambiente davvero stimolante. I miei colleghi, pur sapendo che venivo da un settore diverso, non si sono mai risparmiati in calore umano e condivisione di sapere. In un contesto lavorativo del genere ho subito capito che la competenza professionale e la disponibilità sono al primo posto. Quando i clienti si rivolgono a Vanoncini sanno di poter contare su prodotti e persone di valore: credo che sia proprio questo mix a fare la differenza».

Da sempre l’azienda bergamasca Vanoncini punta sul concetto di benessere. Benessere dentro le mura domestiche, grazie al comfort abitativo che garantisce il sistema a secco. E benessere dentro le mura aziendali, con iniziative volte alla salute fisica (e non solo) dei dipendenti.
Continua Petrò: «Vanoncini crede nell’importanza dei rapporti umani. A mio parere questo aspetto viene prima di tutto, anche delle numerose iniziative in corso (come, ad esempio il programma WHP che Vanoncini ha sottoscritto già da un anno con la finalità di promuovere la salute sul posto di lavoro). Nel 2016 sono stato sottoposto a un trapianto di cuore: non è stato un momento facile della mia vita. Dopo mesi di malattia, al mio rientro in azienda sono stato accolto come un eroe, con un affetto che ancora oggi mi commuove. Nella vita sono sempre stato ottimista e ho sempre avuto ragione: come mi ha detto di recente Danilo Dadda (Amministratore Delegato Vanoncini), “la crisi è una crisalide”. Mi spiego meglio: quando la vita ci riserva un momento difficile, bisogna trovare la forza di guardare l’opportunità che si cela dietro l’angolo. I cambiamenti e le trasformazioni possono arricchirci, ma solo a patto che il nostro spirito rimanga positivo e ben disposto. Non bisogna mai perdere l’entusiasmo e la voglia di vivere: sono questi gli ingredienti per un benessere di lunga durata».

Articolo apparso su Eco.Bergamo di ottobre